ADDIO A CHRISTOPH DAUM, IL CARISMATICO ALLENATORE CHE HA SAPUTO COMBATTERE E VINCERE CONTRO LA COCAINA

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26.03.2022, Nordrhein-Westfalen, Dortmund: Der langjährige Fußballtrainer Christoph Daum. Christoph Daum ist tot. Nach einem langen Kampf gegen den Krebs sei er «friedlich im Kreise seiner Familie verstorben», teilte diese der Deutschen Presse-Agentur mit. Daum starb am Samstag in Köln, er wurde 70 Jahre alt. (zu dpa: «Ehemaliger Fußball-Trainer Christoph Daum gestorben») Foto: Bernd Thissen/dpa +++ dpa-Bildfunk +++

Addio a Christoph Daum. Dopo una lunga lotta contro il cancro, “ha lasciato serenamente, circondato dai suoi cari”, come riferito dall’agenzia di stampa tedesca.

Daum è stato un ex calciatore e allenatore di calcio tedesco, di ruolo centrocampista.

Daum è deceduto sabato sera Colonia, a l’età di 70 anni. Per un lungo periodo, è stato uno dei tecnici più vivaci e carismatici del calcio professionistico.

Dall’autunno del 2022, Daum ha combattuto contro la malattia. All’inizio si è ritirato dalla vita pubblica, ma poi ha cambiato idea. Daum è tornato sui media, partecipando a interviste e talk show.

Il suo messaggio principale era: “Il cancro ha scelto l’uomo sbagliato”.

Con il suo spirito indomito, ha cercato di ispirare gli altri che affrontano problemi simili.

Tanti i messaggi di cordoglio arrivati da tutto il mondo, soprattutto dalle squadre che Daum ha allenato come il Besiktas, Fenerbahce, Colonia, Stoccarda, Brugge, Eintracht Francoforte nonchè i moltissimi colleghi e giocatori.

La Carriera

Lo snodo chiave di una carriera in quel momento in rampa di lancio, col Leverkusen era arrivato tre volte secondo e che lo avrebbe portato ad allenare la Germania al Mondiale del 2002.

Dovette invece ripartire dalla Turchia e dal Besiktas, dove già era stato a metà anni 90 dopo il licenziamento dello Stoccarda, che aveva portato a vincere il campionato.

Il motivo? La clamorosa eliminazione in Coppa Campioni, quando eliminò il Leeds, ma commettendo un errore grave: mandò in campo 4 stranieri con il limite fissato a tre. Gara ripetuta, Stoccarda eliminato, lui licenziato in tronco.

Daum in Turchia ha allenato a lungo: oltre al Besiktas, due volte il Fenerbahce. Per questo forse è da lì che arriva la maggior parte dei messaggi di cordoglio.

Christoph Daum: sfidare Hoeneß e il caso cocaina

L’arrivo del cancro è stato un tema simbolico nella vita di Daum. Anche da bambino, il ragazzo denutrito di Duisburg ha dimostrato coraggio contro i compagni di scuola che lo sovrastavano fisicamente.

Nei suoi primi anni come allenatore del Colonia, ha sfidato audacemente il Bayern Monaco e il suo manager Uli Hoeneß – quasi abbattendo il gigante della Bundesliga di Monaco. Nel corso della sua carriera, Daum non ha mai temuto una sfida.

Il sensazionale caso di cocaina di Christoph Daum

Nella sua importante carriera, Daum ha sperimentato anche cosa significa cadere vittima della cocaina.

Poco dopo aver vinto il suo primo titolo della Bundesliga con il VfB Stuttgart nel 1992, ha involontariamente fatto perdere alla sua squadra la qualificazione alla Champions League a causa di un errore nella sostituzione.

Alla fine, il caso di cocaina del 2000, che ha visto Daum perdere il suo posto come allenatore nazionale del Bayer Leverkusen, è diventato un capitolo leggendario della sua storia.

Ma Daum ha raccolto i pezzi e si è rialzato. Ha vinto altri titoli in Austria e Turchia, ha aiutato a far tornare il 1. FC Colonia nella Bundesliga e ha garantito che rimanesse lì.

Il noto giornalista Dundar Kespali in un recente incontro con Daum prima dell’amichevole Germania-Turchia, ricorda che il suo pensiero era quello di vivere la vita ogni giorno e di combattere la malattia con tutta l’energia possibile. Uno spirito forte e indomito…

E attraverso ogni ostacolo della sua vita straordinaria, Daum ha continuato a ripetere queste parole: “Puoi inciampare. E il numero di cadute non ha importanza. Tutto ciò che conta è quante volte ti rialzi”.

Di fronte a numerosi ostacoli, lo spirito indomito e la determinazione di Christoph Daum lo hanno reso un’icona leggendaria nella storia del calcio tedesco.

 

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