AMBURGO, LA TRISTE REALTÀ DELLA RETROCESSIONE

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ROMA – Cinquantaquattro anni,  261 giorni e 36 minuti. L’orologio al Volksparkstadion di Amburgo si ferma qui. Per prima della sua storia, e nonostante il successo per 2-1 contro il Borussia Monchengladbach, l’Amburgo lascia la Bundesliga: era l’unica a non essere mai scesa in Zweite-Liga. I tifosi non l’hanno presa bene, tanto che l’arbitro ha dovuto interrompere per 15 minuti l’incontro per il lancio di bengala in campo che hanno sollevato una novola nera. La partita si è poi chiusa con una massiccia presenza di polizia ai bordi del campo per garantire il deflusso dei giocatori verso gli spogliatoi. A condannare l’Amburgo al matematico addio alla Bundesliga il concomitante successo per 4-1 del Wolfsburg sul Colonia. Finisce così un capitolo importante della storia del calcio tedesco: l’Amburgo ha infatti nel suo palmares una coppa dei campioni e 3 scudetti.

Grande festa, invece, per l’Hoffenheim che batte 3-1 il Borussia Dortmund e chiude il torneo al terzo posto guadagnandosi l’accesso diretto in Champions League proprio insieme ai gialloneri, quarti. Il Bayer Leverkusen invece (3-2 all’Hannover), chiude a pari punti con Hoffenheim e Borussia, ma è condannato dalla differenza reti e deve accontentarsi dell’Europa League. In Champions ovviamente anche il Bayern campione di Germania, che oggi ha ricevuto il Meisterschale dopo la sconfitta interna per 4-1 contro lo Stoccarda (settimo e in Europa se il Bayern dovesse vincere la Coppa tedesca), e lo Schalke (1-0 all’Eintracht). Chiude sesto il Lipsia che vince 6-2 a Berlino e va in Europa League.

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