I nuovi DPCM e i dubbi dei centri sportivi, situazione difficile

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I Dpcm del governo uniti alle ordinanze regionali per l’emergenza Covid hanno creato numerosi limiti allo sport, soprattutto quello di contatto. Molti centri sportivi hanno seri problemi nell’affrontare questo momento sia a livello di organizzazione che anche socio-economico. Per l’occasione Emanuele Tornabuono titolare del Due Ponti Sporting Club, uno dei centri sportivi più importanti della Capitale ha rilasciato un’intervista all’emittente A-HABER, che riportiamo :

Con il nuovo Decreto in questo periodo difficile per tutti, si sta discutendo anche per quanto riguarda palestre e piscine dando tempo fino a venerdi per seguire il protocollo. Qual è la vostra situazione?

Il nuovo DPCM ci da una settimana di tempo per attuare tutti i protocolli. Dal 25 maggio, giorno di riapertura di tutti i centri sportivi italiani erano già applicati. I centri sportivi erano già applicati, se poi c’è qualcuno che non ha rispettato le regole e le norme è giusto che lo Stato intervenga e li faccia chiudere. Noi facciamo il possibile. I protocolli sono rigidi sia in entrata che in uscita, rispettati e attuati tutte le procedure, distanziamento, misurazione temperatura, docce. All’interno degli impianti sportivi italiani che sono 100000, per un bacino di 20milioni di persone, in questi lavorano 1milione di persone. I protocolli servono ma con una settimana non si risolve nulla, perché i protocolli sono a norma dal 25 maggio. Chi non segue deve essere ripreso.

Con la nuova legge per i dilettanti, c’è un fermo in tutta Italia. Anche voi vi siete dovuti fermare. Cosa ne pensi?

Lo Sport dilettantistico e di contatto viene fermato. Sono 8milioni di tesserati iscritti per gli sport di contatto, calcio, basket, pallamano ecc… ci sono ripercussioni psicologici. Non fare sport comporta dei disagi sociali e comportamentali. Lo Sport se fatto in sicurezza non comporta contatto. I giovani, i piccoli non portano contagio. E’ stato appurato che i contagi negli impianti sportivi è 1 su 1000, molto inferiore all’esterno. Fermare lo sport, fermare 8milioni di tesserati è un disagio enorme soprattutto per chi lavora in questo ambito e per la propria famiglia.

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